Due fratelli, una band che ha segnato una generazione, canzoni che da Manchester hanno conquistato il mondo. Ma anche litigi, gossip e battute al veleno. In una parola: gli Oasis. Vedremo la loro storia al cinema dal 7 al 9 novembre per un evento imperdibile. Ma prima, sfogliamo l’album dei ricordi di Noel e Liam Gallagher.

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I’m just talkin’ ‘bout my generation

In quattordici anni di carriera discografica, dal 1994 al 2008, gli Oasis hanno venduto oltre 70 milioni di album nel mondo, con 22 singoli consecutivi nella Top Ten inglese e 7 album al primo posto. Basterebbero questi numeri per renderli una delle band più influenti della storia del rock.

E come tale hanno contribuito a definire un’intera generazione, quella cresciuta negli anni ’90, che si vestiva e si pettinava come i loro idoli, un po’ come accadeva trent’anni prima coi Beatles, a cui gli Oasis si sono sempre ispirati. L’unicità e la definizione del loro stile emerge negli anni attraverso una duplice contrapposizione, se così vogliamo dire.

La prima è tutta interna al movimento brit pop, con l’acerrima rivalità con i Blur, La seconda, invece, è quella che, in contrapposizione al grunge statunitense, li vede paladini di una musica che – nell’Inghilterra appena uscita dall’era tatcheriana – parla di speranza, di resurrezione. La loro forza è stata quella di tramutare questa anomala ventata di positività in una vera e propria controcultura simbolo di un’intera generazione.

Oasis film

OASIS Wonderwall video 1995

Fratelli Coltelli

A questo però hanno unito gli stereotipi tipici del genere sesso, droga e rock’n’roll, con una vita sempre ai limiti che trae forza e legittimazione da un’infanzia davvero difficile, trascorsa in un quartiere operaio di Manchester. Ma non solo.

Ogni loro litigio, ogni ubriacatura, ogni eccesso viene puntualmente sbattuto in prima pagina, provocando curiosità ed un’involontaria (ma preziosa) pubblicità. Così come le loro dichiarazioni megalomani, anche queste figlie di un certo retaggio beatlesiano: dal «Siamo la migliore band del mondo» pronunciata da Noel al «ci siamo Elvis e io, non saprei direi chi sia il migliore dei due» di Liam.

L’enorme successo degli Oasis è da ricercare qui: nella geniale unione tra l’immagine che hanno dato al mondo (di ragazzacci irascibili, scontrosi, arroganti e pieni di vizi della working class britannica) ed una musica, al contrario, capace di parlare a tutti.

Neverending Story

Un’intera generazione li ha seguiti lungo questa strada, tra litigi e separazioni, fino a quella (definitiva?) dell’agosto 2009 quando il maggiore dei due fratelli, Noel, rilascerà una celebre dichiarazione ufficiale:

«È con un po’ di tristezza e grande sollievo che vi dico che questa notte lascio gli Oasis. La gente scriverà e dirà quello che vorrà, ma semplicemente non potevo lavorare con Liam un giorno di più.»

Liam ha sempre rappresentato la rockstar dannata e per certi versi ancora infantile, al contrario di Noel, più contenuto e maturo. Incompatibilità caratteriali che, quando sei “co-leader” di una band entrata nell’olimpo del rock, non possono ad un certo punto non venir fuori. Da quel momento ognuno ha preso la sua strada, in attesa della prossima riappacificazione.

Liam con il progetto Beady Eye, più affine al sound Oasis e poi, da quest’anno, con una carriera da solista; Noel, invece, reinventandosi cantastorie con i Noel Gallagher’s High Flying Birds. Ma siamo certi che l’appassionante romanzo, musicale e personale, tra i due fratelli non potrà che regalarci nuovi, imprevedibili capitoli.

Appuntamento intanto dal 7 al 9 novembre con Oasis: Supersonic

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