Ogni città ha il suo suono, soprattutto oltremanica. Aspettando Oasis: Supersonic ci mettiamo in viaggio verso le capitali della musica inglese, partendo dallo storico derby tra la Liverpool legata a doppio filo alla storia dei Fab Four e la Manchester dei fratelli Gallagher.
Penny Lane, is in my ears and in my eyes
La fumosa città industriale dei tempi dei Beatles non c’è più. Ma Liverpool si è saputa rigenerare, trovando una nuova vocazione turistica e urbanistica a partire proprio dal mito immortale della band: circa due visitatori su tre, che sbarcano ogni anno sulle rive del fiume Mersey, sono lì per vedere i posti della giovinezza di John, Paul, George e Ringo, per passeggiare tra Penny Lane e Strawberry Fields.
A partire dal celebre museo dei Beatles che raccoglie le foto più celebri, i filmati della trasferta americana, la replica del The Cavern, le chitarre, il pianoforte bianco di John e i quattro replicati in statue di cera. Ma il luogo simbolo della Liverpool beatlesiana è senz’altro Mathew Street, dove tutto parla dei Fab Four.
Qui, il 21 febbraio 1961, il quartetto esordì al The Cavern, locale ricavato da una cantina usata come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale e dove si esibirono, fino all’agosto 1963, per ben 292 volte. A pochi metri di distanza il pub The Grape dove sedevano abitualmente e oggi trasformato in sorta di piccolo museo. Come musei sono diventati le case natali di Paul e John, la prima al numero 20 di Forthlin Road, la seconda, distanza solo un km e mezzo, a Menlove Avenue.
All’inizio di Mathew Street si trova poi il più famoso negozio dedicato ai Beatles, inaugurato nel 1983 dai fan. Senza dimenticare Penny Lane, strada molto significativa nell’infanzia di John e Paul che si incontravano lì durante il periodo scolastico, e Strawberry Fields, dove sorgeva un orfanotrofio in cui un giovanissimo John Lennon usava rifugiarsi coi suoi amici.

Mathew Street con l’ingresso del Cavern Club
Oasis in Manchester City
La storia del gruppo che ha fatto le fortune del brit pop britannico, invece, è ancora forse troppo recente perché possano trovarsi, girando per Manchester, luoghi simbolo così venerati come quelli beatlesiani. Per ora i fan dovranno accontentarsi di un viaggio nelle atmosfere di Burnage, quartiere proletario di circa 13mila abitanti, dove i fratelli Gallagher sono nati e cresciuti.
Una città, Manchester, che ha fatto la storia della musica inglese e dove sono nate band come Joy Division, Smith, Happy Mondays e Stone Roses. Quindi la cultura clubbing, La Factory e l’Hacienda, fino alla grande onda musicale del britpop che arrivò nel 1994 proprio grazie agli Oasis.
Da pochi anni, in ogni caso, per i fan più sfegatati, è possibile percorrere in bus un tour turistico che lambisce tutti i luoghi legati all’iconografia della band: tra questi, il parco in cui Noel e Liam andavano a giocare a calcio, lo studio in cui registrarono le prime canzoni, il negozio dove comprarono i primi dischi e la casa di famiglia.
Senza dimenticare il Manchester City, squadra della città con la quale i due fratelli hanno un legame indissolubile, fin da piccolissimi, in uno spirito ribelle che li vede rivaleggiare con la parte più forte e blasonata della città, quella che tifa United.
Basti pensare che due tra i concerti più importanti della loro carriera si sono svolti proprio nello stadio del City: il primo nel 1996, nello storico Maine Road (di cui Noel, prima della futura ricostruzione, riuscì a portarsi a casa dun pezzo di porta ed alcune zolle del campo), il secondo nel 2005, nel nuovo City of Manchester Stadium.
Prepara la valigia: dal 7 al 9 novembre la meta è proprio Manchester, con Oasis: Supersonic. Il gate di partenza? Il Cinema!